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Indennità di frequenza DSA

    Bentornata/o sul blog! Oggi continuiamo a parlare di DSA.

    Sapevi che ai bambini e ragazzi con diagnosi di DSA spetta una indennità di frequenza? No? Allora continua a leggere per scoprire di cosa si tratta e come ottenerla!

    Dopo aver affrontato l’iter siete arrivati ad una diagnosi: Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA)! Adesso vi spiegate come mai vostro figlio ha difficoltà a leggere, oppure perché fa molti errori mentre scrive o perché ha difficoltà nel calcolo pur essendo un bambino sveglio e intelligente!

    Con questa diagnosi vi siete subito attivati affinché a vostro figlio fosse garantita una didattica personalizzata a scuola (PDP) che tenga conto delle sue difficoltà dovute al DSA così da garantirgli l’uso di strumenti compensativi (come ad esempio l’uso della calcolatrice) come anche misure dispensative (sono esempi la dispensa dalla lettura a voce alta in classe, un tempo maggiore o un minor numero di esercizi per i compiti in classe) per quegli ambiti in cui ha maggiori difficoltà.

    Già così facendo vi sarete resi conto di un piccolo miglioramento sia nell’andamento scolastico sia nel senso di autoefficacia e autostima di vostro figlio! Tuttavia credete sia opportuno per lui essere seguito da un professionista che lo aiuti nel trovare le strategie migliori e personalizzate per affrontare la scuola e superare le sue difficoltà. Siete quindi andati alla ricerca di un doposcuola o un centro che possa fare al caso vostro. La vostra ricerca, forse, si è scontrata con l’esigenza di far quadrare il bilancio familiare ma al tempo stesso la consapevolezza della necessità di un aiuto per vostro figlio.

    Non disperate c’è una soluzione!

    Legge 289/1990 Indennità di frequenza

    La legge 289/1990 riconosce un contributo economico a carico dell’INPS ai minori riconosciuti come invalidi civili. L’indennità di frequenza sarà erogata mensilmente per 9 mesi l’anno (12 se si frequentano anche corsi estivi) fino al raggiungimento della maggiore età del ragazzo.

    Per poter ottenere questo contributo è richiesto il possesso di alcune caratteristiche tra cui la cittadinanza italiana, reddito non superiore ad una certa soglia oltre, ovviamente, al riconoscimento da parte di una commissione della presenza di un invalidità (la legge parla, infatti, di invalidità civile) che non consenta al minore di svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età.

    E i ragazzi con DSA cosa c’entrano in tutto ciò?

    La legge 170 del 2010 che ha sancito ufficialmente il riconoscimento dei DSA e l’obbligatorietà per le scuole di adottare un Piano Didattico Personalizzato (PDP) non fa menzione di tale indennità. Proprio per questa assenza molte famiglie non sono a conoscenza di questa possibilità!

    Tuttavia la legge 289/1990 afferma che l’indennità è riconosciuta a quei minori che presentano “difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni della propria età” per cui un ragazzo o un bambino con DSA rientrerebbe in questa definizione MA (attenzione!) l’avere una diagnosi di DSA non è sufficiente. La legge sopra citata richiede che siano dimostrate le effettive difficoltà nello svolgimento dei compiti e in generale nelle attività scolastiche.

    Come sappiamo un Disturbo dell’apprendimento può presentarsi sotto varie forme: ci sono disturbi più lievi e disturbi più gravi, può essere presente o meno la comorbilità con altri (como cosa? Questo parolone per dire che un disturbo si può presentare insieme ad un altro. Nel caso dei DSA spesso ne sono presenti più di uno per cui avremo un bambino che oltre alla presenza della Dislessia presenta anche Disgrafia, oppure potremo avere un bambino che oltre ad una diagnosi di DSA ha anche una diagnosi di ADHD ovvero il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività). Spetta quindi alla famiglia dimostrare che, la presenza del DSA comporta difficoltà persistenti nello svolgimento delle attività scolastiche. Questo onere della famiglia è importante affinché la domanda venga accettata.

    Potrebbe capitare, infatti, che la commissione INPS rifiuti il riconoscimento dell’indennità. Questo può capitare perché non si hanno i requisiti di accesso oppure perché la commissione ha giudicato la presenza del DSA come non invalidante. In questo secondo caso, la famiglia può decidere di fare ricorso attraverso un avvocato se, invece, ritiene che il figlio ne abbia diritto.

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    2 commenti su “Indennità di frequenza DSA”

    1. Dott.ssa Antonietta Muccio

      L’indennità di frequenza, quando accordata, generalmente viene erogata per la durata della frequenza. Se, ad esempio, si frequenta un centro durante l’anno scolastico questa sarà erogata per 9 mesi (che possono arrivare a 12 se è presente anche la frequenza estiva).

    2. Mio figlio farà solo 60 sedute di logopedia in un centro 4 volte a settimana per quanti mesi gli spetta l indennità di frequenza?

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