Negli ultimi mesi del 2019 ha fatto molto discutere l’entrata in vigore del Decreto attuativo della legge 117/2018 riguardante l’obbligo di dispositivi anti abbandono per tutti coloro che viaggiano in macchina con il proprio figlio fino all’età di 4 anni.
Ci si è interrogati sulla necessità di una legge riguardante un fatto che ci sembra raro e lontano da noi. In realtà è un fenomeno che può interessare tutti, nessuno escluso. Cosa succede quando dimentichiamo il figlio in auto? Cosa scatta in quel momento nella nostra mente?
Quello che la nostra mente affronta quando dimentichiamo viene definito oblio o black out e può riguardare sia cose piccole, come ad esempio appuntamenti dimenticati, sia gravi che possono portare a conseguenze gravissime: è questo il caso dei bambini dimenticati in auto.
Ma facciamo un passo indietro per capire meglio di cosa si tratta.
La nostra mente può essere descritta come un grande magazzino dove dentro sono contenute tutte le cose che conosciamo e sappiamo: non solo informazioni e nozioni ma anche procedure e modi di comportarsi. Alcune di queste conoscenze richiederanno l’attivazione di una certa parte del nostro cervello per memorizzarle e successivamente recuperarle in memoria (pensiamo a gli apprendimenti scolastici: una volta studiato a casa poi a scuola all’interrogazione quello che facevamo era ricordarci quello che avevamo studiato ) per altre, invece, non ci sarà nessuna attivazione ma una volta apprese li svolgeremo in automatico. Un esempio ci potrà aiutare a capire meglio: pensiamo alle prime volte che ci siamo messi alla guida di un’automobile in cui avevamo bisogno di “ripassare mentalmente” i movimenti da fare, in questa fase avevamo bisogno di concentrazione e qualsiasi stimolo esterno era per noi fonte di distrazione. Dopo qualche tempo e un po’ di pratica, tutti i movimenti li compievamo in modo automatico senza che la nostra mente si dovesse concentrare esclusivamente sull’atto del guidare, ecco che potevamo guidare e conversare con la persona seduta accanto oppure ascoltare la musica. La nostra mente, una volta acquisita la procedura di “come fare a guidare” non avrà più bisogno di un suo coinvolgimento attivo ma, tutte le volte che si troverà in quella situazione si affiderà ad un “pilota automatico”.
Oltre a conoscere come è formata la nostra mente sappiamo anche che lo stress e la deprivazione del sonno, che a sua volta comporta una maggiore stanchezza della persona (fenomeni a cui sono soggetti i neo-genitori o comunque i genitori di bambini piccoli), possono comprometterne il funzionamento.
Quando compiamo tutti i giorni una stessa sequenza di comportamenti (alzarsi, prepararsi per uscire, fermarsi a scuola a lasciare il bambino, andare a lavorare), questi diventano automatici per noi e li compiamo, al pari dell’esempio di prima del guidare, senza che ci sia un coinvolgimento attivo della nostra mente. Se quindi mettiamo insieme queste sequenze compiute senza il coinvolgimento attivo della coscienza a fattori quali stress, stanchezza e deprivazione del sonno ecco che si può insinuare la possibilità di non compiere alcuni passaggi della sequenza senza che questa mancanza sia registrata a livello cosciente assistendo, quindi, a veri e propri vuoti di memoria a cui, purtroppo, nessuno è escluso.
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