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Guardami negli occhi e dimmi la verità!

    In questi giorni facendo zapping mi è capitato di vedere alla tv un programma molto conosciuto in cui coppie in crisi decidono di andare su un’isola per testare la loro relazione e capire se l’altro è la persona giusta. Nonostante siano divisi, ognuno può vedere cosa fa l’altro e richiedere, se lo ritiene necessario, un confronto; qui la frase che viene più spesso ripetuta è “dimmi la verità!” e ognuno parla della sua verità spesso in contrasto con quella dell’altro, ma è possibile questo? Possibile che esistano varie realtà?

    In psicologia si dice che non esiste un’unica realtà ma che ognuno si costruisce la sua a seconda del proprio punto di vista e della propria esperienza vissuta. Sicuramente vi sarà capitato di vedere quelle immagini dove due persone da prospettive diverse vedono cose diverse credendo, ognuno, di essere dalla parte della ragione e di vedere la cosa giusta. Certamente se questi si mettessero in un’altra prospettiva vedrebbero le cose diversamente e forse affermerebbero che anche l’altro aveva ragione ma che lui, dalla sua posizione, non riusciva a vedere quello che diceva l’altro. Questo è ciò che ci succede nella vita di tutti i giorni quando, ad esempio, discutiamo con le persone su un fatto avvenuto: entrambi riportiamo realtà diverse, fatti diversi o con diverse sfumature. Questo non vuol dire necessariamente che uno ha ragione e l’altro ha torto, molto probabilmente hanno ragione e torto entrambi! Stanno solo osservano il fatto con occhi diversi! Cosa fare allora in queste situazioni? Supponiamo che stiamo discutendo animatamente con il nostro partner (ma anche con nostro figlio, collega, amico,…), se continuassimo a portare avanti questa discussione molto probabilmente questa subirebbe un’escalation tale da arrivare ad un punto di non ritorno. Una strategia ottimale potrebbe essere quella di comunicare al nostro partner la nostra rabbia e il nostro disappunto e decidere insieme di mettere “in pausa” la lite e riprenderla in un secondo momento quando la rabbia sarà un po’ passata. Questo non vuol dire che la discussione sia messa a tacere senza un chiarimento vero e proprio, il chiarimento ci sarà ma decidiamo di farlo in un secondo momento quando entrambi saremo più sereni. Spesso, infatti, quando siamo arrabbiati non vediamo altro che la nostra prospettiva e le nostre ragioni, riuscire a far passare un po’ questa rabbia ci permetterà di metabolizzare quanto avvenuto, fare un passo indietro e magari riuscire a vedere l’accaduto da un’altra prospettiva. Nel momento in cui riprendiamo la discussione lì dove lasciata dovremmo cercare di mantenere dei toni pacati e soprattutto dovremmo cercare di ascoltare l’altro dandogli la possibilità di spiegare il proprio punto di vista (poi verrà anche il nostro turno); così facendo possiamo capire le sue ragioni e metterci dalla sua prospettiva (o comunque cercare di farlo) vedendo (ma non necessariamente condividendo) il suo punto di vista. In questo modo potremmo accorgerci (anche se un po’ già lo sapevamo) che la reale motivazione della discussione era tutt’altro e che il motivo che ha fatto sì che iniziasse la discussione altro non era che una scintilla, la goccia che aveva fatto traboccare il vaso! Certo tutto questo non è facile! Di base ci dev’essere una relazione salda, comprensione verso l’altro e soprattutto non bisogna sentirsi rifiutati (o rifiutanti nel caso la decisione venisse da noi) quando l’altro decide di rimandare la discussione ad un secondo momento. Molto probabilmente se non si è abituati ad utilizzare questa strategia le prime volte non sarà facile (per entrambi) ed è comprensibile che emergano sentimenti di rifiuto o non accettazione. Per fra sì che ciò non accada potrebbe essere utile, una volta “risolta” la discussione iniziale o magari un un altro momento di calma, parlarne insieme e concordare insieme che, quando uno dei due sente che la discussione sta facendo aumentare la rabbia dentro di sé, può chiedere all’altro di rimandare la discussione magari anche usando frasi tipo “adesso sono troppo arrabbiato/a, possiamo rimandare la discussione a…(e magari scegliere anche il momento in cui farlo) così da poter affrontare la questione in maniera più calma?” senza che l’altro si senta rifiutato o senta negata la possibilità di chiarire un argomento.

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