Può capitare nella vita di una coppia di non andare più d’accordo, di sentire che non si sta andando nella stessa direzione oppure di non condividere più un progetto di vita con l’altra persona. Dopo un periodo di crisi e incertezze, la coppia può arrivare alla decisione di prendere ognuno la sua strada. Dopo aver passato un periodo più o meno lungo insieme ad una persona, ci si ritrova a non averla più accanto e a dover ridefinire il proprio ruolo nella società ed a (ri)progettare la propria vita. È un processo lungo non privo di sofferenza e talvolta anche di emozioni contrastanti.
Ma cosa succede se sono presenti dei figli? La coppia amorosa smetterà di esistere ma continuerà ad essere una coppia genitoriale. E allora come fare? Come spesso vi dico non esiste una risposta univoca a tutte le situazioni, in quanto ogni situazione è diversa dalle altre. Sicuramente un momento importante per la coppia genitoriale sarà quello in cui comunicheranno al figlio (o ai figli) la decisione presa. Talvolta questo non avviene in quanto si ritene che il bambino sia troppo piccolo per capire non tenendo conto che, vivendo in casa con i genitori, questi vive la stessa situazione e, soprattutto quando è molto piccolo, potrebbe non avere le capacità necessarie a capire cosa stia succedendo finendo col dare la colpa di tutto a se stesso. Parlare con il proprio figlio diventa quindi un compito cruciale. Se da una parte abbiamo il diritto del bambino ad essere informato di cosa sta succedendo, dall’altra abbiamo il diritto del genitore alla sua privacy per quanto riguarda le reali motivazioni della fine della relazione; il bambino non ha bisogno di tanti dettagli che hanno portato a prendere quella decisione ma di una comunicazione breve e mirata che non includa molti dettagli personali. La cosa ideale sarebbe quella di aver ben chiaro cosa dire al bambino concordando su una stessa versione dei fatti. Come e cosa dire dipenderà dall’età del bambino, cercando di dare una spiegazione più adatta alla sua età.Ci sono tuttavia dei punti importantissimi da comunicare indipendentemente dall’età del proprio figlio. Primo tra tutti è che entrambi i genitori gli vogliono bene e che non smetteranno mai di volergliene talvolta infatti il bambino può pensare che, se i propri genitori hanno smesso di amarsi a vicenda questo potrà succedere anche a lui ed al rapporto che ha con ognuno dei due, occorre quindi spiegargli che se anche loro non saranno più moglie e marito (o compagni) non smetteranno mai di essere la mamma e il papà! Altra cosa importatissima è rassicurare il figlio di non essere il responsabile della decisione ribadendogli più volte, anche in seguito, che lui non ha responsabilità di quanto successo. Altra cosa importante è quella di spiegare (o almeno cercare di farlo) cosa comporterà questa loro scelta in termini di gestione giornaliera, cercando di descrivere in che modo continueranno a prendersi cura di lui! Infine bisognerebbe concedere del tempo al proprio figlio perché elabori quanto gli è stato detto ed eventualmente essere pronti ad affrontare nuovamente la questione in un momento successivo.
Sicuramente un momento da tener particolarmente in considerazione sarà la comunicazione della decisione presa al figlio e la conseguente fuoriuscita di uno dei due dalla casa familiare ma anche successivamente si potranno presentare criticità durante le quali salvaguardare il bambino.
Mettendosi nell’ottica del bambino ed alle difficoltà che potrebbe incontrare nell’affrontare questi momenti, in Italia si è pensato di stilare una carta dei diritti (Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori), ispirata alla convenzione di New York, che definisce dieci punti che i genitori in fase di separazione (ma anche e soprattutto successivamente) dovranno tenere in considerazione (la carta è scaricabile dal sito dell’autorità garante dell’infanzia).
Quello da tener presente in queste situazioni è che mentre per l’adulto la fine di quella relazione riguarda una parte della propria, per il bambino rappresenta tutta la sua vita. Per lui è molto più difficile comprendere quanto sta accadendo e compito dell’adulto è aiutarlo e supportarlo in questa situazione.
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